01/03/03

Alle porte del Vahalla ®

 

Ritornate adesso da me vi prego… 1

Aiutatemi ancora una volta e perdonate se vi ho mille volte offesi,

ma non è per me che oggi chiedo aiuto…..

 

Vi richiamo tutti! Da ogni tempo e da ogni terra!

Per un comune amico che ho l’onore immeritato di difendere. 2

Sento l’odore del dolore che ci accomuna e ci unisce.

 

Vi prego di abbracciarmi lo stesso perdonando ogni volta

che non sono riuscito ad avere una sola parola e ho strisciato.

Per i compromessi accettati, per le verità che mi sono nascosto.

 

Ma aiutatemi ora! Vi prego….

Venite con me a combattere anche questa battaglia.

Non mi riconoscete?

Non riconoscete le piaghe del mio rancore che si riaprono

come le vostre?

 

…..e allora andiamo e spaziamo via quel bastardo….3

 

 

 

 

 

1)         Mi riferisco a tutti “i miei amici” che spiego chi sono esattamente in un’altra mia poesie intitolata per l’appunto “I Miei Amici” e che non so assolutamente i compagni a cui faccio riferimento nella prefazione sopra.

2)         L’amico è uno qualsiasi della mia “razza” e quindi della stessa “razza” dei miei amici.

3)         Il bastardo è uno dell’altra “razza”

La poesia è stata scritta pensando ad un incontro di pugilato disputato anni prima. Era un incontro/allenamento e quindi di nessuna importanza. Io ho odiato profondamente l’avversario non per chi era in se per se, ma per quel che rappresentava, per ciò in cui credeva, o meglio ancora per ciò in cui non credeva. Lo odiato soprattutto, anche se faccio molta fatica ad ammetterlo, perché mi ero reso conto che non combatteva per se stesso ma per far piacere al padre… Ovviamente questa è l’idea da cui nasce la poesie ma si presta ad essere interpretata/inserita anche e soprattutto in senso lato.