13 agosto 2009

 

 

- Torno a scrivere su un argomento del quale avevo già scritto ma al quale nessuno aveva ribattuto: l’organizzazione/gestione della giustizia/carceri. (26 giugno 2008)

La mia oggi, non vuole essere una proposta, ma bensì una semplice considerazione e una richiesta di aiuto da parte di chi legga, ad aiutarmi  a capire.

Il Diritto Italiano afferma che la pena detentiva (e cioè il carcere) ha lo scopo di rieducare la persona condannata al fine di reintegrarlo “normalmente” nella società una volta che sia stata scontata la pena prevista.

Ne consegue che per fare questo il detenuto dovrebbe essere costantemente seguito da apposite figure professionali che dovrebbero operare nelle carceri, e non solo atte ad impedirne l’evasione. E’ infatti un dato di fatto che le persone che fanno ingresso per la prima volta in un carcere finiscono spessissimo per tornarvi nuovamente provocando così gravissimi danni di ordine sociale. E’ anche oggettivamente vero che questo, oltretutto, provoca ulteriori costi per la giustizia che così deve sobbarcarsi i nuovi costi di processi, trasferimenti scortati e tutto quello che ne è legato “ingolfandosi” sempre più: insomma un cane che si morde la coda.

Ora la mia domanda è semplice come sempre: se la pena serve per riabilitare e rieducare, perché la condanna ha una durata “fissa”?

Mi spiego meglio con un esempio. Se vengo ricoverato in ospedale perché per esempio mi sono rotto una gamba non è che quando vado in ospedale il dottore mi dice esattamente e in maniera “rigida” quanto tempo dovrò restare in ospedale. Il tempo di degenza è soggettivo, dipende infatti da come il paziente risponde alle cure, dalla sua età, dalla sorte ecc. ecc. La cosa che quindi mi colpisce maggiormente, visto che dovrebbe essere la stessa cosa per i detenuti, è che il dottore dell’ospedale ha tutto l’interesse, e anzi di rallegra venendo considerato anche più bravo dei suoi colleghi, quanto meno tempo riesce a trattenere il paziente in ospedale restituendolo alla vita di tutti i giorni. E’ ovvio infatti che è anche merito suo se la permanenza in ospedale è stata limitata. Inoltre la guarigione, e quindi la qualità del servizio offerto, è tanto migliore quanto meglio sono stato, quanto meglio ho mangiato, quanto meglio era la temperatura rispetto alle mie esigenze ecc. ecc.

La mia considerazione, come già espressamente precisato sopra, non prende posizione a riguardo ma è solo una mia impressione o quanto stabilito dalla Legge riguardo la funzione delle Carceri è l’ennesima presa per il sedere “giusta” o “sbagliata” che sia? Si dice di voler andare in una direzione e in realtà si va da tutt’altra parte? A chi potrà giovare un sistema del genere? E’ secondo Voi un caso che le cose vadano come vanno? E’ una forma di stupidità collettiva da parte di tutte le persone super istruite e super pagate che si occupano di questi problemi? A voi l’ardua sentenza.

A me, se fosse possibile, solo il compito di “incuriosirvi”…

Ci conto ormai poco ma se vi va scrivetemi, siete sempre i benvenuti in questo sito.