27/11/95

Dedicata a tutte le Dame presenti all’Opèra di Parigi nella notte del 28 dicembre 1897.

 

 

 

Ultima ballata per Cirano ®

Seccatrice, molesta, fredda stagione

molti han paura dell’ultima cagione1.

Cagione di vita verace e dura

non chiedo nemmeno risparmi tortura;

chiedo solo alla fine dell’esistenza,

la morte mi trovi pimpante e vivo;

alla fine sia io a far resistenza

perché il ritorno sia il più tardivo.

 

Così quando le membra saranno marmi

solo allora potranno tacer l'armi.

Farò sudare la dama con la falce1

quando vorrà sporcare volto mio di calce2.

 ‘Perché prima o poi tutti aspetto!’

E anche se so di non poter sfuggire

non mi trovi immobile nel mio letto

ma in piedi, convinto a non partire.

 

E solo allor potrò marcir contento

purché lotti, sia con mulini a vento…

o con dieci, cento, orchi o giganti

nella battaglia con diavoli o santi.

Vi rammento venite vecchi nemici:

la paura, il compromesso e la viltà

non siete degni nemmen di sacrifici;

ancora oggi vi batto nell’aldilà.

 

Si risvegli il ricordo solamente:

‘….nella vita fu tutto e non fu niente:

 solo lo spirito d’esser insolente!….’

 

 

 

 

 

1)    la morte

2)   "sporcare il mio volto di calce" nel senso che quando si muore il colore del viso diventa colore della calce e cioè bianco.

La poesia e scritta secondo "la moda" in voga al tempo di Cirano e come anch'egli scriveva. In un certo senso quindi vuol essere un "falso"; un po' come se l'avesse scritta lui stessa. Ci sono 3 strofe, di 8 righe, aventi 11 sillabe l'una e aventi come rime lo schema AA BB CD CD. L'ultima strofa è composta invece di sole 3 righe aventi anch'esse 11 sillabe l'una e avente come rima lo schema AAA.