15/04/12
Io non aspetto proprio nessuno; neanche me stesso,
non ci posso fare nulla se sono un asso:
ed è per questo che
al fin del rettilineo, io passo!
Per poi tutti quelli che non osano attaccar frontale,
risulto essere un vero e proprio salasso.
Quando mi vedi è troppo tardi,
al fin del rettilineo, io passo!
Forse conviene tendermi un agguato alle spalle,
tipico nascondervi dopo aver lanciato il sasso.
Peccato siate sciocchi, goffi ed ecco perché
al fin del rettilineo, io passo!
Prega, spera nella fortuna, raccomandati a Dio.
Lo sai che questo venerdì ho mangiato grasso?
Chiedimi allora di confessarmi perché io nel frattempo,
al fin del rettilineo, io passo!
Guardati dentro e chiedi: “perché non riesci a contenermi?”
Semplicemente perché io non schivo, ma fisso l’ora del trapasso.
Non guido col piede sul freno; per questo
al fin del rettilineo, io passo!
Un enorme onore dev’essere per te il mio impegno.
Non vergognarti del mio sorpasso,
al tuo posto ne andrei fiero quand
al fin del rettilineo, io passo!
Capisco che il mio modo di fare qualche volta ti stia antipatico:
perché in effetti mi viene spontaneo guardarti dall’alto in basso;
ma osservarti in questo modo è solo il preludio, perché
al fin del rettilineo, io passo!
Se poi mi stai sul naso, solo per sbeffeggio, non è peggio…
Il mio piede destro si gonfia, si appesantisce, diventa addirittura masso;
io lo metto a dieta ma è lui che ingrassa, l’antifona è la stessa:
al fin del rettilineo, io passo!
Quando poi ti punto, con lo sguardo consunto, mi impunto.
Sei mio, non ti serve far chiasso.
Sei il mio topo. Ed io sono il gatto, e
al fin del rettilineo, io passo!
Ma quel che mi diverte di più
è quando venite in comodi gruppetti ed allora inizia il mio spasso.
Stare come pecore schiena a schiena non serve a nulla,
al fine del rettilineo, io passo!
Ed al termine infatti, inutile è fare lo spaccone,
il bullo, il grande, il gradasso.
Il termine della storia è questo:
al fin del rettilineo, io passo!