28/08/10
Adoro le anime fragili
perché sbriciolandosi la miriade dei loro cocci taglienti,
mi ferisce facendomi provare un dolore lancinante
e nello stesso tempo mi fanno sentire che dentro
c’è qualcosa che valga ancora la pena proteggere.
Rimango letteralmente incantato perché,
quando non ce la fanno proprio più, si sgretolano,
e mille sfaccettature dei loro pezzi
riescono a farmi da specchio con sorprendenti e sconosciute angolazioni
(soprattutto quelle che non vorrei vedere).
Infatti, iniziando quasi per scherzo durante l’adolescenza,
finiamo per non poterne fare più a meno,
e con il passare del tempo, dopo qualche anno,
la maschera che almeno prima era plasmata sulla falsa linea dei nostri lineamenti,
ora manco più ne è prossima.
La odiamo con tutte le nostre forze!
Spesso scarnificate, deformate, traballanti, sanguinanti.
E’ proprio questa la loro bellezza;
fra una ruga d’espressione e una parola lasciata lì… sospesa…
Le loro maschere sono incrinate,
sistemate alla meno peggio con colle improvvisate
e questo mi innamora:
dei lineamenti che intravedo dai buchi
e dell’odore debole che a stento qualcuno riesce a percepire.
Ho visto persone fragili, goffe, delicate, impaurite
cercare di rimettere a posto i rottami di una vita andata.
Qualcuna essere addirittura convinta di avere un aspetto decente;
ed è proprio questo che mi attrae;
perché infondo,
senza maschera,
siamo un po’ tutte anime fragili.