Il rinnegamento di San Pietro


Che se ne fa Dio di quel fiotto d’anatemi
che sale ogni giorno verso i suoi diletti Serafini?
Come un tiranno satollo di carne e di vini,
s’addormenta al dolce brusio delle nostre orrende bestemmie.

 

I singhiozzi dei martiri e dei supplizziati
sono certamente una sinfonia inebriante,
se, malgrado il sangue che costa la loro voluttà,
i cieli non ne sono ancora sazi.

 

- Ah! Gesù, ricordati dell’Orto degli Ulivi!
Nella tua ingenuità pregavi in ginocchio
colui che nel suo cielo rideva al rumore dei chiodi
che ignobili carnefici piantavano nella tue carni vive.

 

E quando vedesti sputare sulla tua divinità
la feccia del corpo di guardia e delle cucine,
e sentisti penetrare le spine
nel tuo cranio in cui viveva l’immensa Umanità;

 

quando il tremendo peso del tuo corpo stremato
stirava le tue braccia distese, e il tuo sangue
e il tuo sudore colavano dalla tua fronte impallidita,
e fosti posto davanti a tutti come un bersaglio,

 

ripensavi a quei giorni così radiosi e belli
in cui venisti per compiere l’eterna promessa,
in cui percorrevi, in groppa ad un asinello paziente,
strade cosparse di fiori e di ramoscelli,

 

in cui, col cuore gonfio di speranza e di coraggio,
fustigavi con forza quei vili mercanti,
quando, infine, fosti maestro? Il rimorso
non penetrò nel tuo fianco più in fondo della lancia?

 

- Quanto a me, uscirò certo volentieri
da un mondo in cui l’azione non è sorella del sogno;
possa io usare la spada e di spada perire!
San Pietro ha rinnegato Gesù… Ha fatto bene!

 

Charles Baudelaire (1852, da I fiori del Male)