12 aprile 2009

 

 

- Quasi in contrapposizione con la Pasqua (non me ne può fregare di meno), oppure con argomenti come il terremoto, di cui quasi tutti parlano in questi giorni, vorrei parlarvi di una “sciocchezza”, o meglio di una cosa che sembra una sciocchezza ma che secondo me, da un punto di vista di principio, riveste una certa importanza e soprattutto è sì un piccolo furto, ma viene subito però ogni giorno da decine di migliaia di persone.

Questo furto sono i “dossi” che servono a rallentare le auto, spesso in prossimità dei passaggi pedonali.

In ingegneria esiste la “fatica del materiale”. Cosa è sinteticamente la fatica del materiale? In generale ogni oggetto ha un punto di rottura, ossia un carico oltre il quale il materiale si rompe. Se però sottoponiamo l’oggetto a numerosi cicli (volte) con una forza anche di molto inferiore al carico di rottura, l’oggetto di rompe lo stesso. Tralascio la spiegazione scientifica ma segnalo che infatti, oggi come oggi, il termine “fatica del materiale” appare piuttosto obsoleto e viene sostituito con il termine “danneggiamento progressivo”.

Stessa cosa per le sospensioni della vostra auto. Più alto è il numero di dossi su cui passate, meno dureranno le vostre sospensione (e la vostra schiena).

Volete sapere di più? Questo limite, e cioè il limite di cicli utile dopo il quale dovrete sostituire le vostre sospensioni NON varia sostanzialmente dalla velocità con la quale affrontate il dosso ma piuttosto varia in base all’auto che possedete. E’ intuitivo infatti pensare che se per esempio avete una Ferrari o una Porsche (macchine basse e per giunta con sospensioni molto rigide) dovrete rallentare molto. Al contrario se avete un fuoristrada o meglio ancora un SUV, non vi preoccupate, il limite è molto più alto!

Tutto questo contrasta quindi con le più elementari norme su cui è basato il Diritto. C’è da osservate che in questo modo l’utente viene “punito” (tramite l’usura dei miei ammortizzatori e soprattutto della propria schiena) non principalmente per la mia velocità a cui sta procedendo, ma per il tipo di auto che possiede. In più, se per esempio ipotizziamo che il limite di velocità sia di 50 km/h, non è vero che se faccio 49 km/h non sento nulla, e cioè è come se il dosso non ci fosse e, se faccio invece procedo a 51 km/h spacco tutto, e quindi sono costretto a rallentare.

Sarebbe un po’ come se, tramite autovelox o telelaser l’addetto producesse una contravvenzione di 5 o 6 euro se vado a 45/46 km quando il limite è 50 km/h e una decina di euro se faccio 55 km/h e molto di più se faccio 100 km/h. Se infine poi facessi 30 km/h potremmo fare solo 2 o 3 euro. INCONCEPIBILE anche considerando oggettivamente che si presume che macchine più costose abbiano anche sospensioni migliori. Vogliamo poi considerare il maggior rumore prodotto, costo dell’istallazione dei dossi stessi ecc. ecc.

Insomma mi sembra un altro palliativo all’Italiana per dire “io ce l’ho messa tutta” per farvi rallentare e impedire il maggior numero di incidenti ma se poi andate forte non ci posso fare nulla….

Concludo facendovi notare una cosa realisticamente strana e alla quale ognuno può dare un’interpretazione. Le auto nel giro di 20 anni sono drasticamente migliorate air-bag dappertutto, ABS, ESP, fari allo xeno ad accensione automatica ecc. ecc. Come mai i limiti non sono aumentati ma semmai diminuiti? Per caso, in relazione al costo della vita, le tasse pagate oggi per i trasporti stradali sono inferiori a quelli pagati 20 anni fa? Non mi sembra proprio…

In Germania, dove in autostrada NON CI SONO LIMITI DI VELOCITA’, i morti per chilometro e per abitante sono inferiori rispetto a quelli in Italia. Le auto sono più o meno gli stesse. Devo dedurre che in Germania si chiamino tutti Schumacher di cognome o invece le cause siano ben altre? Non vi viene in mente nulla? Allora vi aiuto… Il clima non c’entra visto che sicuramente più a nord si va più che pioggia e vento c'è… (LADRI !!!)